Povera voce di un uomo che non c'è
La nostra voce se non ha più un perchè
Deve gridare, deve implorare
Che il respiro della vita non abbia fine.
Poi deve cantare, perché la vita c'è
Tutta la vita chiede l'eternità
Non può morire, non può finire
La nostra voce che la vita chiede all'Amore
Povera voce di un uomo che non c'è
La nostra voce canta con un perché.
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La tristezza che sperimentiamo in tanti momenti, non toglie ma acuisce in noi la consapevolezza che all’origine del nostro io sta una promessa.
E la vita si connota come attesa operosa.
Tutto ciò è, consapevolmente o meno, dentro ogni gesto che compiamo: è dimensione di ogni gesto.
Per ciò stesso che un uomo vive pone questa domanda ed afferma l’esistenza di qualcosa per cui valga la pena vivere.
E se la struttura dell’uomo è questa domanda inesauribile, occorre ammettere l’esistenza inevitabile di una risposta, anche se insondabile.
L'uomo è mendicanza di questa risposta.
Luigi Giussani