22. Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella sede Apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo.
[...]
Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica.
23. [...] Infine non si introducano innovazioni se non quando lo richieda una vera e accertata utilità della Chiesa, e con l'avvertenza che le nuove forme scaturiscano organicamente , in qualche maniera, da quelle già esistenti.
Si evitino anche, per quanto è possibile, notevoli differenze di riti tra regioni confinanti.
29. Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della scholae cantorum svolgono un vero e proprio ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi.
Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine.
30. Per promuovere la partecipazione attiva, si curino le acclamazioni dei fedeli, le risposte, il canto dei salmi, le antifone, i canti, nonché le azioni e i gesti e l'atteggiamento del corpo. Si osservi anche, a tempo debito, il sacro silenzio.
34. I riti splendano per nobile semplicità; siano trasparenti per il fatto della loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adattati alla capacità di comprensione dei fedeli né abbiano bisogno, generalmente di molte spiegazioni.
36. L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini.
[...] si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti, secondo le norme fissate per i singoli casi nei capitoli seguenti.
[...]
54. Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale, specialmente nelle letture e nella "orazione comune" e, secondo le condizioni dei vari luoghi, anche nelle parti spettanti al popolo, a norma dell'art. 36 di questa costituzione.
Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dellnario della messa che spetta ad essi. [...]
112. La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell'arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne.
Il canto sacro è stato lodato sia dalla sacra Scrittura, sia dai Padri, sia dai romani Pontefici; costoro recentemente, a cominciare da S. Pio X, hanno sottolineato con insistenza il compito ministeriale della musica sacra nel culto divino.
Perciò la musica sacra sarà tanto santa quanto più strettamente sarà unita all'azione liturgica, sia dando alla preghiera un'espressione più soave e favorendo l'unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri. La Chiesa poi approva e ammette nel culto divino tutte le forme della vera arte, purché dotate delle qualità necessarie. [...]
114. Si conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio della musica sacra. Si promuovano con impegno le scholae cantorum in specie presso le chiese cattedrali. [...]
116. La Chiesa riconosce il canto gregoriano come il canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale.
Gli altri generi di musica sacra, e specialmente la polifonica, non si escludono affatto dalla celebrazione dei divini uffici, purché rispondano allo spirito dell'azione liturgica, a norma dell'art. 30.
118. Si promuova con impegno il canto religioso popolare in modo che nei pii esercizi, come pure nelle stesse azioni liturgiche, secondo le norme stabilite dalle rubriche, possano risuonare le voci dei fedeli.
120. Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l'organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti.
Altri strumenti, poi, si possono ammettere nel culto divino, a giudizio e con il consenso della competente autorità ecclesiastica territoriale, [...], purché siano adatti all'uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del tempio e favoriscano veramente l'edificazione dei fedeli.
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22. Regulation of the sacred liturgy depends solely on the authority of the Church, that is, on the Apostolic See and, as laws may determine, on the bishop.
[...]
Therefore no other person, even if he be a priest, may add, remove, or change anything in the liturgy on his own authority.
23. [...] Finally, there must be no innovations unless the good of the Church genuinely and certainly requires them; and care must be taken that any new forms adopted should in some way grow organically from forms already existing.
As far as possible, notable differences between the rites used in adjacent regions must be carefully avoided.
29. Servers, lectors commentators, and members of the choir also exercise a genuine liturgical function. They ought, therefore, to discharge their office with the sincere piety and decorum demanded by so exalted a ministry and rightly expected of them by God's people. Consequently they must all be deeply imbued with the spirit of the liturgy, each in his own measure, and they must be trained to perform their functions in a correct and orderly manner.
30. To promote active participation, the people should be encouraged to take part by means of acclamations, responses, psalmody, antiphons, and songs, as well as by actions, gestures, and bodily attitudes. And at the proper times all should observe a reverent silence.
34. The rites should be distinguished by a noble simplicity; they should be short, clear, and unencumbered by useless repetitions; they should be within the people's powers of comprehension, and normally should not require much explanation.
36. Particular law remaining in force, the use of the Latin language is to be preserved in the Latin rites.
[...] the use of the mother tongue, whether in the Mass, the administration of the sacraments, or other parts of the liturgy, frequently may be of great advantage to the people, the limits of its employment may be extended.
[...]
54. In Masses which are celebrated with the people, a suitable place may be allotted to their mother tongue. This is to apply in the first place to the readings and "the common prayer," but also, as local conditions may warrant, to those parts which pertain to the people, according to tho norm laid down in Art. 36 of this Constitution.
Nevertheless steps should be taken so that the faithful may also be able to say or to sing together in Latin those parts of the Ordinary of the Mass which pertain to them.
[...]
112. The musical tradition of the universal Church is a treasure of inestimable value, greater even than that of any other art. The main reason for this pre-eminence is that, as sacred song united to the words, it forms a necessary or integral part of the solemn liturgy.
Holy Scripture, indeed, has bestowed praise upon sacred song (42), and the same may be said of the fathers of the Church and of the Roman pontiffs who in recent times, led by St. Pius X, have explained more precisely the ministerial function supplied by sacred music in the service of the Lord.
Therefore sacred music is to be considered the more holy in proportion as it is more closely connected with the liturgical action, whether it adds delight to prayer, fosters unity of minds, or confers greater solemnity upon the sacred rites. But the Church approves of all forms of true art having the needed qualities, and admits them into divine worship.
[...]
114. The treasure of sacred music is to be preserved and fostered with great care. Choirs must be diligently promoted, especially in cathedral churches; [...]
116. The Church acknowledges Gregorian chant as specially suited to the Roman liturgy: therefore, other things being equal, it should be given pride of place in liturgical services.
But other kinds of sacred music, especially polyphony, are by no means excluded from liturgical celebrations, so long as they accord with the spirit of the liturgical action, as laid down in Art. 30.
118. Religious singing by the people is to be intelligently fostered so that in devotions and sacred exercises, as also during liturgical services, the voices of the faithful may ring out according to the norms and requirements of the rubrics.
120. In the Latin Church the pipe organ is to be held in high esteem, for it is the traditional musical instrument which adds a wonderful splendor to the Church's ceremonies and powerfully lifts up man's mind to God and to higher things.
But other instruments also may be admitted for use in divine worship, with the knowledge and consent of the competent territorial authority, [...], however, only on condition that the instruments are suitable, or can be made suitable, for sacred use, accord with the dignity of the temple, and truly contribute to the edification of the faithful.
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